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Posted on Ott 5, 2015

Un aperitivo tutto umbro a Milano al Mercato Metropolitano. Il signor olio, di prima spremitura, in assaggio

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A Milano, venerdì 16 ottobre alle ore 19.30 al Mercato Metropolitano, sul Naviglio Grande, in occasione della presentazione della 18° edizione di Frantoi aperti in Umbria, è in programma un aperitivo umbro a base di bruschette preparate con il pane, fatto con farine provenienti da grani accuratamente selezionati e macinati dal Molino sul Clitunno di Trevi,  assoggettati a continui ed accurati controlli qualitativi, senza la presenza di miglioratori enzimatici, additivi, stabilizzanti o conservanti chimici, olio extravergine d’oliva appena franto, di prima spremitura, e vino Trebbiano Spoletino Jucundius, Spoleto Doc dei Catasti di Azzano di Spoleto.

Dopo la difficile annata olearia del 2014, che ha colpito anche i nostri produttori, questa che è ormai alle porte, è eccezionale. Sarà l’annata della rivincita che permetterà di celebrare in Umbria i 5 weekend di Frantoi aperti (31 ottobre – 29 Novembre) dedicati all’olio extravergine d’oliva e ai prodotti agroalimentari di qualità, nei piccoli borghi ad alta vocazione olivicola; cinque fine settimana dove poter partecipare a degustazioni, passeggiate, concerti e alla raccolta delle olive.

La presenza della Strada dell’olio, che presenterà l’evento, e di East Umbria, al Mercato Metropolitano, è la prosecuzione del progetto che li ha visti presenti, insieme a una rappresentanza di aziende agricole umbre, per un mese intero a luglio all’interno di Expo Milano a Cascina Triulza e al Mercato Metropolitano.

Per maggiori informazioni su Frantoi Aperti: www.frantoiaperti.netwww.stradaoliodopumbria.it

Seguici su Facebook: @frantoiaperti / Seguici su Twitter: #frantoiaperti;

 

 

Il Trebbiano Spoletino:

Il Trebbiano Spoletino è infatti una varietà che ha conosciuto una decisa riscoperta solo negli ultimi dieci anni. Un vitigno che appartiene al territorio compreso tra Spoleto e Montefalco e che fa parte della sua agricoltura da sempre, anche se le prime descrizioni si ritrovano solamente in alcuni manuali di agronomia dei primi del ’900. Un vitigno per certi versi ancestrale, storicamente maritato agli olmi ed agli aceri -tra di loro si tiravano delle corde sulle quali la vite aveva la possibilità di svilupparsi- e sempre parte di una coltura più ampia, figlio di un’idea di vino/alimento oggi probabilmente dimenticata. Sopratutto, una varietà unica, lontanissima dal trebbiano toscano e da quello abruzzese. Un vitigno i cui frutti portano a vini dalla spiccata personalità, molto profumati, sempre caratterizzati da un’acidità veemente e da una dinamica gustativa piuttosto articolata. Una varietà di grandissimo talento, le cui potenzialità evolutive sono certamente conosciute ma in parte ancora inesplorate (sopratutto sarà interessante assaggiare i “nuovi” Trebbiano Spoletino, sulla distanza). Quello che è certo è che in questi primissimi anni ha saputo stupire gli stessi produttori, superando forse le loro aspettative. Insomma, per chi scrive un bianco straordinario, tra i più rilevanti della Penisola.

Interessante poi notare come si sia dimostrato sempre vitigno di grande plasticità, capace di trasmettere in modo didascalico lo stile di questo o di quel produttore. Che sia macerato con le sue bucce, che venga lasciato maturare in acciaio o in legno, che rimanga ad affinare per più o meno tempo è chiaro quanto non ci sia una unica via al Trebbiano Spoletino, i risultati dimostrano infatti quanto ogni vino abbia una dignità tutta sua, peculiarità uniche che lo rendono affascinante a prescindere. Una versatilità che è centrale nel suo tentativo di interpretazione.